
Questa sono io all'età di sei anni. A destra, con la maglia gialla, mia sorella Cristina, a sinistra mia sorella Caterina.
Ero una bambina felice e spensierata, senza nessun pensiero e con tanta voglia di giocare.
I miei genitori avevano comprato una casa in campagna e ci andavamo ogni volta che era possibile: tutti i fine settimana, durante le vacanze, in estate per lunghissimi periodi.
La casa si trovava nel paesino di Mels, una frazione di Colloredo di Montalbano.
In questa vecchia cartolina, si vede la collina con la vecchia torre e la chiesetta. La nostra casa era composta da due edifici: quello all'estrema sinistra della foto e quello che si intravede tra la torre e la chiesetta, appena sotto (si vede solo il tetto). Era un bel posto!

Ricordo che avevamo anche dei filari di viti e in autunno facevamo la vendemmia... ma poi, non essendo in grado di fare il vino, davamo l'uva al contadino Marcello, il nostro vicino di casa, e lui in cambio ci dava delle damigianelle quando il vino era pronto.
Ricordo che alla sera eravamo sempre infangate dalla testa ai piedi a furia di rotolarci e scivolare giù per la collina morenica e le mie guance erano sempre rosse per l'eccitazione e la fatica.
Ricordo che un anno avevamo fatto il villaggio indiano nel campo sotto casa. Le tende erano i covoni che Marcello aveva costruito con i resti delle pannocchie. L'interno era spazioso e cavo, perfetto per il nostro gioco! Ricordo che le avevamo anche arredate queste primordiali tende, con pentoline, cuscini e coperte.
Gli amici erano tanti e la domenica facevamo grandi grigliate e tutti portavano qualcosa; chi la pasta al forno, chi le verdure marinate, chi la torta appena sfornata!!!
Che meravigliosi ricordi.
Poi una sera......... tutto finì, all'improvviso!
Era la sera del 6 maggio 1976!!!

Ecco quello che rimase della nostra casa di campagna! Solo un cumulo di macerie!!!
Scusate per la foto, ma ne ha viste parecchie questo pezzo di carta stampata!!!
Quella sera la mia infanzia ebbe un sussulto, forte tanto quanto la scossa che sconvolse il Friuli. La vita poteva essere molto difficile e la Natura molto violenta.
Avevo quasi otto anni e non conoscevo il significato della parola "terremoto"!!!
Ieri pomeriggio sono tornata a Mels.
Ho accompagnato Marta ad una festa di compleanno a Colloredo di Montalbano e con Giovanni sono tornata nei luoghi della mia infanzia.
Siamo saliti sulla collina dove un tempo c'erano la vecchia chiesetta e la "Torate", ossia la Torraccia, residuo di un antico castello dell' XI secolo.
Sia la torre che la chiesetta, completamente distrutte dal sisma, sono state ricostruite cercando di rispettarne l'antica conformazione.

Su questa collina ho trascorso interi pomeriggi con le mie amiche e le mie sorelle alla ricerca di tesori.
Qualcuno ci aveva detto, non ricordo chi e non ho mai saputo se volesse solo prenderci in giro, che sulla collina, scavando un po', si potevano trovare i gioielli appartenuti alla principessa del castello. Io mi sarei accontentata di molto meno, a dire il vero. Sarei stata felice anche solo del ritrovamento di una brocca, un calice, un piatto sbeccato, qualunque cosa che fosse appartenuta al nobile Liabordo, Signore di Waldsee, che fondò il castello nel 1025.
Quando trovavamo un coccio, un pezzo di vetro consumato dal tempo o un sasso di forma strana, anche se c'era scritto sopra "made in China" o "Tassoni" era un'emozione fantastica!!!

Quando ero bambina non si poteva salire sulla torre. Non c'erano scale. Si poteva solo entare e guardare un rettangolo di cielo lassù in alto, interrotto solo dai rami di un alberello che aveva avuto la forza e l'ardire di crescere sui sassi della torre mediovale.
Adesso invece c'è una robusta e, a dirla tutta, orribile scala di metallo che però ti permette di salire fino in cima e godere del panorama della campagna e delle montagne.
Ecco laggiù il paese di Buja e più dietro le montagne, con le cime ancora innevate. Peccato che ieri non fosse una giornata particolarmente limpida!!!

Ho raccontato a Giovanni della mia infanzia, delle giornate trascorse in questo paesino di campagna, dei giochi che facevo, della casa che abbiamo costruito sull'albero, delle capriole sui prati, delle escursioni nei boschi e delle lunghe passeggiate nei campi...
Ho segnato col dito tutti i luoghi conosciuti, le montagne lontane, i paesi che da lassù si riuscivano a scorgere... Majano è la... Buja e laggiù... Colloredo e dietro quella collina... Gemona è sotto quel monte... Udine non si può vedere da qua, ma è in quella direzione... E Faedis? Mi chiede!!! Faedis è laggiu, tra quelle due colline alte, ma da qua non si vede!!!
Poi siamo scesi, piano piano, continuando a parlare della vita che si viveva a Mels prima del terremoto.
Prima di ritornare alla macchina, abbiamo fatto una passeggiata, scendendo la collina fino al campo dove da bambina giocavo agli indiani. C'erano crochi a perdita d'occhio...

... e cespi di primule gialle e delicate!!!
Ho fatto vedere a Giovanni dove un tempo sorgeva la mia casa. Certo, adesso i due edifici che la costituivano, casa padronale e stalla, non esistono più. Al loro posto sorge una villetta che i miei genitori costruirono a suo tempo con i soldi della ricostruzione e che vendettero pochi anni dopo.
Abbiamo percorso tutto il perimetro del terreno che un tempo era il mio campo di giochi. Laggiù c'era il vigneto, qui il frutteto, questi alberi non c'erano, qui c'era un grande fico e qui il pruno...
E' ancora un posto molto bello Mels, ma certamente adesso ha perso quel sapore che aveva un tempo. Qui ormai tutto è moderno o ricostruito. Non ci sono quasi più case autenticamente vecchie, ma solo villette o case rinforzate con putrelle e muri di cemento armato. Il paesino che ha fatto da cornice ai giorni più belli della mia infanzia non esiste che nei miei ricordi.
Riposiamo un poco dopo la lunga passeggiata, guardando il campo dei covoni di Marcello.
Dai tesoro, dobbiamo tornare, Marta ci sta aspettando alla festa. Non la vuoi una bella fetta di torta???