mercoledì 31 dicembre 2008

Un GRAZIE ai miei angioletti!!!


Era tanto che non postavo i disegni dei miei bambini, vero?

Oggi ho trovato memorizzate nel computer queste creazioni nuove e originali.

Le posto oggi che è l'ultimo giorno dell'anno, l'ultimo giorno di un anno che non è stato affatto felice e che non vedo l'ora di gettarmi alle spalle.

Questi disegni sono un tesoro prezioso per me, un immenso regalo e mi fa piacere concludere il 2008 con queste immagini d'Amore e di Serenità, con l'augurio che il 2009 sia migliore per tutti...
BUON ANNO NUOVO!!!
Francesca

giovedì 18 dicembre 2008

L'albero di Natale




Quest'anno mi voglio fare
un albero di Natale
di tipo speciale,
ma bello veramente.
Non lo farò in tinello,
lo farò nella mente dove non c'è soffitto
e l'albero può crescere
alto alto, dritto dritto,
con centomila rami
e tutti i doni che non stanno
nelle vetrine.
Un raggio di sole
per il passero che trema,
un ciuffo di viole
per il prato gelato,
un aumento di pensione
per il vecchio pensionato.
E poi giochi, giocattoli, balocchi
quanti ne puoi contare
a spalancare gli occhi:
un milione, cento milioni
di bellissimi doni
e al posto dei cartellini
i nomi dei bambini
che non ebbero mai
un regalo di Natale,
Perché se un bimbo resta senza niente,
anche uno solo, piccolo,
che piangere non si sente,
e sta chissadove,
Natale è tutto sbagliato
da rifare per bene,
come una divisione se non viene
la prova del nove.
(Gianni Rodari)

Cari Amici, sabato mattina parto per Sanremo. Mi porto il mio quaderno con la copertina rigida, un paio di libri e tanta voglia di riposare. Dai miei suoceri devo solo preoccuparmi di alzarmi la mattina, lavarmi e vestirmi perchè a tutto il resto pensa la dolce Carmelina (mia suocera) e non c'è verso di farle cambiare idea. L'unico sforzo che farò sarà masticare le buone cose che mi preparerà e qualche passeggiata nelle campagne dell'entroterra... In questi due giorni che restano prima della partenza avrò un paio di sacchi di cose da fare, quindi ufficialmente vi saluto adesso. Fate i bravi, copritevi bene se fa freddo, riposatevi se potete, non mangiate troppo e fate un brindisi alla Vita.

Buon Natale a tutti

Francesca

martedì 16 dicembre 2008

Il Natale che vorrei

Sono parecchi anni ormai che il Natale mi passa accanto senza che io riesca ad afferrarlo, senza che riesca a percepirne lo spirito e l'aroma. Eppure ricordo che da bambina la notte della vigilia era carica di emozione, di attesa, di batticuore. La casa era addobbata con rami di pino, fiocchi di carta dorata, palle di vetro leggere e fragilissime e tante candele vere. Mia madre preparava un sacco di cose buone da mangiare e avevamo sempre qualcuno a cena, in genere amici o conoscenti che erano rimasti soli per le feste. "La casa del pellegrino" veniva affettuosamente chiamata la casa dei miei genitori e a Natale i pellegrini erano tanti!!! Poi, scherzosamente, gli amici che passavano da li dicevano anche che venivano a consumare il "Buono Minestra" e la porta non era mai chiusa per coloro che venivano a bussare.
A mezzanotte si aprivano i regali e ce n'era uno per tutti, anche per chi era arrivato all'ultimo minuto. Le mani mi tremavano mentre scartavo i doni e il cuore batteva forte forte.
Il Natale per me era il profumo dei biscotti austriaci all'anice stellato, dei mazzetti con i chidi di garofano e le scorze d'arancia, dell'odore delle candele quando ci soffi sopra, era il tintinnio dei campanelli e il mistero di un amico che arrivava vestito da Babbo Natale.
Quella magia, mi duole ammetterlo, non la sento più. Certo, non sono più quella bambina con i codini e il vestito della festa che si incantava davanti all'albero addobbato o alle luci fuori dalla porta d'ingresso... ma, mentre in certe cose l'incanto si è mantenuto, con il Natale si è completamente dissolto. Non voglio dare la colpa al consumismo o all'abbondanza perchè siamo senz'altro liberi di sfuggire a tutte queste trappole, non è poi così difficile! E non voglio nemmeno ripetere che si è persa la dimensione spirituale del Natale perchè quella è una dimensione che vive dentro di noi, indipendentemente dal periodo dell'anno...
Sinceramente non so dire che cosa sia successo.
Sapete che cosa vorrei fare? Per una volta, una volta soltanto, vorrei trascorrere il Natale con mio marito e i miei figli, soltanto noi quattro e basta. Una semplice cena, un paio di regali, la messa di mezzanotte e poi a nanna. Il giorno dopo mi piacerebbe andare al mare a passeggiare sulla spiaggia oppure andare sulla neve e camminare in mezzo ad un bosco silenzioso e li, nella solitudine più assoluta, cantare... Questo sarebbe un meraviglioso modo di celebrare la nascita di Gesù!
Buon Natale a tutti
Francesca

sabato 6 dicembre 2008

Sarò IMPEGNATISSIMA

Cari Amici,
passo al volo sul mio blog per avvisarvi che per otto giorni sarò impegnatissima. Sotto Natale mia madre ed io organizziamo uno Show Room di articoli da regalo artigianali (fatti da noi) e così sto lavorando moltissimo. Mi dispiace se non passo più a trovarvi da un po', ma prometto che da lunedì 15 dicembre riprenderò l'attività "blogghistica" a pieno ritmo.
Un bacio
Francesca

mercoledì 3 dicembre 2008

Raccontare la storia di una donna


Una donna è la storia delle sue azioni e dei suoi pensieri, di cellule e neuroni, di ferite ed entusiasmi, di amori e disamori. Una donna è inevitabilmente la storia del suo ventre, dei semi che vi si fecondarono, o che non furono fecondati, o che smisero di esserlo, e del momento, irripetibile, in cui si trasforma in una dea. Una donna è la storia di piccolezze, banalità, incombenze quotidiane, è la somma del non detto. Una donna è sempre la storia di molti uomini. Una donna è la storia del suo paese, della sua gente. Ed è la storia delle sue radici e della sua origine, di tutte le donne che furono nutrite da altre che le precedettero affinchè lei potesse nascere: una donna è la storia del suo sangue.
Ma è anche la storia di una coscienza e delle sue lotte interiori. Una donna è la storia di un'utopia.
(Antigua, vita mia - Marcela Serrano)

lunedì 1 dicembre 2008

Il lavoro prosegue...


Ho scritto il 2° capitolo della storia fantasy. Non ho idea di come la intitolerò, ma penso che in fondo sia l'ultima cosa! Non ho nemmeno idea di come si debba scrivere un testo, ma anche di questo non mi preoccupo più di tanto. Lo so che ci sono delle regole, degli schemi, ma se tutti li seguissero poi i libri finirebbero per assomigliarsi, no?
Ad essere sincera questo capitolo che ho appena terminato di scrivere dovrei rivederlo. In certi punti sono stata un po' superficiale e sbrigativa. Senza diventare prolissa però, dovrei approfondire certi passaggi!!!
Mi diverto molto, ve lo confesso! E inoltre mi sembra di fare una cosa importante, che da un senso nuovo alla mia vita.
La sera, dopo aver messo a nanna i bambini, mi impigiamo a mia volta e mi infilo a letto. Scrivo su un quaderno con la copertina rigida e una penna a sfera. Non mi piace scrivere davanti ad un computer... il computer mi toglie la poesia, l'immediatezza. Non scrivo molto ogni giorno, appena un paio di pagine e poi, visto che non sono Tolstoj, leggo chi libri li ha già scritti per almeno un paio d'ore. Così terminano le mie giornate. Ed è meraviglioso!!!
Un abbraccio

Francesca