giovedì 29 gennaio 2009

Mettersi nei loro panni...


Il 27 gennaio si ricorda in tutto il mondo la Shoah.
Avrei voluto fare quel giorno questo post, ma ero impossibilitata dall'influenza.
Pochi giorni di ritardo non credo facciano una grande differenza, comunque, anche perchè l'Olocausto si deve ricordare tutti i giorni, non solo il 27 gennaio.....
Quello che riporto sotto è una pagina tratta dal mio diario personale (che tengo da quando ho 12 anni).


Udine, 27 gennaio 2004


Oggi è il GIORNO DELLA MEMORIA dell'Olocausto.
Stamattina ho visto alcuni programmi e ho ascoltato le interviste di alcuni dei sopravvissuti.
Lo sterminio degli ebrei è stato talmente crudele, ignobile, sadico e pazzesco da rischiare, con il tempo, di risultare INCREDIBILE. Già qualcuno sostiene che è stata una cosa meno grave di quanto si dica, c'è chi dice che gli ebrei hanno esagerato, qualcuno addirittura è convinto che sia solo un'invenzione, un falso, che l'Olocausto non è mai esistito...
... ...
Mi ha molto impressionato il racconto di un signore, allora ventenne, che portato ad Auschwitz, era addetto al taglio dei capelli delle donne dopo che erano state gasate. Ha raccontato lo scempio dei loro volti. Il gas che utilizzavano non era certo soporifero... della serie ti addormenti e via.
Era un gas crudele, che faceva vomitare sangue, che faceva esplodere gli organi interni, che faceva uscire gli occhi dalle orbite.
... ...
L'uomo ha raccontato che gasavano insieme uomini, donne, vecchi e bambini; e morivano uno sopra l'altro, stipati nelle camere a gas come sardine ben pigiate.
Quella che all'inizio poteva sembrare una doccia, diventata piano piano, man mano che gli sfortunati venivano a forza spinti dentro, qualcosa di diverso. E questa consapevolezza, la consapevolezza che non erano li per fare la doccia, maturava lentamente in tutti quelli che erano entrati prima. Donne con i figli (fortunate, perchè sono morte insieme alle loro creature), uomini, vecchi, tutti... come bestie.
No, le mamme che morivano insieme ai loro figli non erano fortunate. Una madre come poteva sopportare la vista di un figlio o una figlia che si contorce dal dolore, piange e vomita sangue?
Mi metto nei panni di queste madri.
Mi immagino mentre, tutta nuda e al freddo, entro con Marta e Giovanni per mano in una "doccia". I bimbi sono spaventati, hanno freddo, hanno fame.
Marta mi chiede dove deve mettersi per fare la doccia, mentre Giovanni mi avverte che lui i capelli non li vuole lavare perchè il sapone gli brucia gli occhi.
Piano piano la stanza si riempie; c'è davvero troppa gente per fare la doccia.
Siamo spinti in un angolo della stanza, schiacciati contro la parete.
Prendo il piccolo Giovanni in braccio, mentre Marta si attacca alla mia gamba e comincia a piangere.
La porta si chiude con un sordo rumore metallico. Nella camera siamo più di mille.
I bambini piangono, soprattutto quelli più piccoli, mentre quelli più grandicelli sono ammutoliti e spaventati.
Si sente intorno l'acre odore della paura che sovrasta l'odore cattivo dei nostri corpi martoriati e sporchi.
Infine ecco il gas.
Esce copioso da alcune bocchette che noto solo ora.
Qualcuno grida "Il gas" e subito è il panico.
Giovanni mi si avvinghia al collo e Marta cerca disperatamente di arrampicarsi sul mio corpo.
Cerco di abbassarmi verso di lei. Riesco faticosamente a piegarmi sulle ginocchia.
Chiedo ai bambini di mettersi le mani davanti alla bocca, ma a cosa serve? Non possono certo smettere di respirare... ancora!!!
Li abbraccio e mentre lo faccio comincio a sentirmi male. Marta vomita sul mio ginocchio e poi scoppia in lacrime urlando dal dolore. Giovanni ha il suo faccino appoggiato alla mia spalla ed è scosso da convulsioni e spasmi.. Vomita sangue che mi cola sul seno.
Addio miei piccoli pulcini. Non posso fare niente per voi.
Ho il vostro pianto nelle orecchie, vi stringo forte forte, ma sento che voi ve ne state andando ma, mio Dio, troppo lentamente.
Pietà, pietà. Portateli via alla svelta, ti prego!
Non so cosa mi stia accadendo, il dolore è troppo forte.
Marta è tutta blu in faccia, Giovanni è un sacchetto sulla mia spalla.
Marta si accascia, mi lascia la gamba.
Addio tesoro mio, mia bellissima e dolcissima bimba.
Resisto al dolore e mi rendo conto che anche il mio piccolo Giovanni mi ha lasciato.
Aspettatemi, aspettatemi.
Non abbiate paura, sto arrivando.
Non piangete. Fra poco staremo ancora insieme.... insieme.... insieme...

Quello che ho scritto non è niente.
Ho provato dolore mentre scrivevo, un dolore forte... ma stavo solo scrivendo su un foglio bianco e i miei bimbi sono qui, accanto a me, che giocano. Ma ci sono madri che queste cose le hanno vissute davvero, bambini con altri nomi o anche con gli stessi (perchè no!), che sono davvero morti così tra sofferenze e dolori indicibili...

NON DOBBIAMO DIMENTICARE MAI!!!


Francesca

10 commenti:

la signora in rosso ha detto...

Ho cominciato a leggere il tuo post, mi si è bloccato lo stomaco, ho dovuto interrompere.. e riprendere...Sembra INCREDIBILE che tutto questo aia successo veramente. Non dobbiamo dimenticare mai!

nonnatuttua ha detto...

Mi ha fatto star male leggere il tuo post... come è possibile sminuire quello che è successo, dire addirittura che non c'è stato...
Ho conosciuto una signora che aveva vissuto ad Aushwitz e si era salvata in modo quasi miracoloso.... non era più capace di sorridere.
Se ricordassimo di più ci vorremmo più bene!
Fausta

Francesca ha detto...

Ho scritto questa cosa cinque anni fa e ricordo che mentre scrivevo piangevo come un vitello... e anche oggi, rileggendo, ho pianto.
Eppure la mia è stata solo immaginazione, finzione... Non posso immaginare il dolore che possono avere provate quelle madri, quei padri, quei nonni che hanno visto morire i bambini. E'proprio la morte dei bambini quella che mi strazia il cuore in modo più atroce!!!
Capisco che può essere un pezzo difficile da leggere, me ne rendo conto... per me è stato difficile, difficilissimo, scriverlo!
Francesca

nonnatuttua ha detto...

Non è difficile leggerlo, Francesca, anzi!!!! E' così vivido che fa male, ti sembra di essere lì, nella camera a gas con mamme e bambini e con il loro immenso dolore.....

Gianna ha detto...

Terribile ,mai dimenticare...la verità.

Anche per te ho aperto il nuovo blog...

Mi fai avere il tuo indirizzo per il ricordino?

Paola Romitelli ha detto...

E' vero: non dobbiamo dimenticare mai.

Lucia ha detto...

Ciao Francesca..
Sei stata brava ad arrivare a scrivere fino in fondo questo post, io non so se ce l'avrei fatta.
Di fronte a sofferenze così profonde, così provate, così demenziali e soprattutto di fronte alla sofferenza dei bambini sembra incredibile che tanti ancora abbiano un cuore tanto sordo, duro o forse sono solo poveri, poveri di mente e di cuore.

E davanti alle sofferenze di oggi, di tanti che muoiono nel mondo per un antiobiotico che non c'è, per l'acqua che non c'è, per il vaccino che non c'è...io mi sento prendere dalla rabbia per l'impotenza mia e per l'indifferenza di tanti grandi che potrebbero fare la differenza ...

Anonimo ha detto...

E' incredibile se si pensa che e' stato generato dalla malvagita' umana.
Come e' possibile?
ciao Michele Pianetatempolibero

valentina ha detto...

leggendo il tuo post mi sono messa a piangere e molti ricordi sono affiorati alla mia mente...due anni fa sono stata ad auschwitz,a visitare i campi di concentramento ed è stata un'esperienza fortissima...il dolore è stato così forte che a metà della visita ho cominciato a sentirmi male...avevo la febbre...e mi sono immedesimata nelle persone che attraversavano quelle strade del lager per recarsi nelle baracche sporche e fredde, osservavo i volti delle fotografie appese e piangevo immaginando le loro storie di deportazione...
ritornata dai campi sono andata a intervistare diversi ex deportati perchè volevo fare un documentario. Le loro storie sono state molto commoventi e al limite dell'incredibile per come si sono salvati.

grazie francesca per avermi fatto ricordare!

un abbraccio!

tiziana ha detto...

5 agosto 2010: in Iran usano i fumetti per negare l'olocausto ebraico. L'antisemitismo non ha fine. Visito per cercare una consolazione nella memoria organizzata di un museo come lo Yad Vashem: entro nel Central Database of Shoah Victims' Names e rileggo le storie di bambini, giovani, vecchi, famiglie, che in certi casi hanno un volto grazie alle fotografie rintracciate tramite i parenti ancora viventi. Ti consiglio di cercare quei volti, quelle storie per non dimenticare non solo a gennaio durante i giorni della memoria, ma anche durante il resto dell'anno. Cerca Marina Smargonski,Margherita Rubinfeld e sua figlia Helga, Mara Coblic, Renee Albertsheim, guarda gli occhi di Sara Livshitz, il sorriso di Gregory Shehtman....Yehiel Mintzberg... e capirai la mia desolazione di oggi. 500.000 mila bambini uccisi per non parlare degli adulti, dei Rom, dei perseguitati politici, dei malati di mente. Per fortuna sono stati raccolti documenti, testimonianze di chi è ancora vivo, fotografie, filmati. Buone vacanze e, se non leggerai queste righe prima di settembre poco importa: la memoria non conosce limiti di tempo. A presto!