giovedì 17 febbraio 2011

L'insegnante illuminata

Riprendo il discorso sulla scuola.
Ho letto i vostri suggerimenti e ne faccio tesoro.
Mi suggerite anche di parlare con gli insegnanti di Marta, ma vi assicuro, l'ho fatto... o meglio, ci ho provato. Cinque minuti cinque, tutto quello che mi è stato concesso. Come posso spiegare le difficoltà di mia figlia e le mie difficoltà nell'aiutarla?
Pensavo di parlare con un'insegnante illuminata, una che vede oltre il profitto e i compiti svolti per casa, una che capisce i problemi e cerca di superarli e di porvi rimedio... Illusione!!!
Sono andata a parlarle con tutta la migliore volontà. Ho spiegato all'insegnante che, viste le difficoltà di mia figlia in matematica e geometria, poteva capitare alle volte che Marta non svolgesse tutti i compiti assegnati perchè, ho continuato, preferisco che faccia un solo esercizio, con calma, capendolo, che farne dieci senza capire niente. Potrei anche farli io per lei, ho aggiunto, oppure guidarla a passo stretto, ma se poi senza di me non è in grado di farli, a cosa serve?
Si signora, non si preoccupi, capisco perfettamente e sono daccordo con lei! mi ha detto l'insegnante illuminata!!!
Bene, penso, ci possiamo rilassare e possiamo fare i compiti di matematica con calma, senza l'ansia di fare tutto per forza, capendo le cose e approfondendo!!! Che bello!!!
Apro il quaderno di Marta. Con la penna rossa, in caratteri cubitali una bella nota:
"Sua figlia non ha svolto tutti i compiti assegnati. MOLTO MALE!!!"
Guardo la nota e ripenso al colloquio, al suo senso e alla sua utilità.
Non ci andrò più a parlare con gli insegnati di mia figlia, è solo una perdita di tempo.
Ma vaff'...., insegnante illuminata!!!

Se potessi ricominciare da capo, sceglierei per mia figlia una strada diversa.
Forse non l'Homeschooling, ma certamente un percorso più naturale, più libero...
Ma esistono strade alternative alla scuola così come è concepita oggi, dove la cosa importante è il profitto, la competitività, l'essere migliore degli altri, il riempirsi la testa di nozioni che lasciano il tempo che trovano? Dove ciò che conta è andare avanti con il programma, senza preoccuparsi se una cosa è stata assimilata e capita? Dove i nostri figli sono dei numeri e non delle persone con i loro sentimenti, i loro ritmi, i loro interessi e passioni?
Mia figlia ha e avrà sempre il mio sostegno, al di la dei suoi voti, perchè io vedo gli sforzi che fa, la volontà che ci mette. Vedo quanto soffre perchè non ha più il tempo di giocare o leggere un libro, non ha più il tempo di fare le cose che ama!
La guardo che cresce, vedo il suo corpo che cambia, percepisco i suoi turbamenti, le sue paure, i suoi timori... In questo momento che avremmo così tanto bisogno di stare vicine e parlare, tra donne, il suo tempo di veglia è interamente occupato a fare problemi di geometria ed esercizi di matematica, a studiare le ossa e i muscoli a memoria, a disegnare e colorare cartine dell'Europa, a leggere del perchè Giordano Bruno e Galileo sono stati processati per eresia, a fare pagine e pagine di analisi logica e grammaticale, a commentare le opere d'arte del rinascimento italiano, a studiare regole di inglese e francese, a disegnare tavole di tecnologia... ecc... ecc... Tutte cose bellissime, non dico di no, ma non sarà un po' troppo per una ragazzina di 12 anni???
E non sarà, soprattutto, che fatte in quel modo così superficiale, impersonale e veloce, alla fine siano del tutto inutili? Fra un mese che cosa ricorderà di tutto questo?
Che cosa rimarrà se non il rimpianto di non avere potuto fare altre cose più belle e interessanti, come per esempio seguire il volo di una farfalla o andare a visitare una mostra di pittura o stare semplicemente in silenzio ad ascoltare la voce del proprio cuore?
La scuola non mi piace per niente!!!

Un abbraccio
Francesca

21 commenti:

Daniela ha detto...

Che delusione che la sua insegnante abbia reagito cosi'. E' necessario infatti un percorso personalizzato e individuale a ciascun alunno, questa e' una cosa fondamentale per insegnare bene.E poi cinque minuti: perche'? Parlare coi genitori fa parte del lavoro dell'insegnante. Questa persona non sta insegnando bene, punto. Ma tante insegnanti non sono cosi'... so che presto cambierai casa, quindi cambiera' scuola...cerca di "tamponare" lo stress fino ad allora, poi ci ripensi e riprendiamo il discorso da li'..che ne dici?

tatagioiosa ha detto...

Che dire, Francesca, la penso esattamente come te, hai descritto alla perfezione il dramma dei bambini e ragazzini di oggi. Ci sono scuole meno disumane, metodi alternativi, scuola in casa ecc. Purtroppo ci sono anche difficoltà oggettive e spesso non è possibile far ruotare tutta la propria vita attorno alla scelta di una scuola: questo è il sacrificio che viene chiesto a chi osa ribellarsi al sistema disumanizzante e, come se non bastasse, con notevoli esborsi economici.
Forse, però, non è tutta la verità, magari si possono trovare insegnanti validissimi e intelligenti anche in questo disastro. Aspetto di leggere altri commenti. Ciao!

Ikka ha detto...

Capisco la tua delusione Francesca.
Io attualmente mi occupo del doposcuola per ragazzini delle scuole medie e ho ben chiaro quello che tu dici. Spesso agli insegnanti (e anche ad alcuni genitori :-)) importa che i compiti siano svolti tutti e in modo impeccabile...e non importa se i ragazzi apprendano o meno. Tutti questi compiti anche da noi al doposcuola vengono vissuti male da alcuni ragazzi ed è perfettamente comprensibile. E' un età,la loro, in cui si ha tanta energia e metterla tutta quanta dentro quei compiti è quasi un peccato.

Geillis ha detto...

Mia cara, mi ricorda il mio faticosissimo percorso scolastico (fino alla maturità classica, una vera tragedia: non perchè non fossi passabile, ma per la fatica di imparare delle cose delle quali non mi importava niente). Quando sono arrivata all'Università, ho scoperto quanto fosse stupendo studiare, organizzandomi il tempo da sola. Mi sono laureata a pieni voti, ma in quegli anni ho capito quanto i prof delle medie e del liceo mi avessero fatto odiare delle materie stupende (la matematica no, la odio ancora): mi hanno lasciato in ereità una cultura rappezzata, nozioni evanescenti, anni sprecati ad imparare a memoria senza strumenti critici...ma che peccato dover leggere sfoghi come i tuoi! Praticamente non è cambiato niente, anzi, peggiorato anche...che posso dirti? Io ho avuto la sfortuna di non aver avuto i genitori in grado (culturalmente) di aiutarmi, le ripetizioni non sono la stessa cosa...stalle vicino e non incolparla, come mi sono sentita io, per mancanze che non sono le sue!

Alchemilla ha detto...

E' tutta una questione di fortuna...e non è giusto! Se capiti in quella sezione ok, se capiti in quell'altra, guai, etc.etc.

Non ho parole, non so come consolarti ma ti capisco e comprendo profondamente.

guerreronegro ha detto...

Una insegnante illuminata è Giuseppa Valido che è stata ingiustamente condannata ad un anno di carcere per aver fatto scrivere 100 volte «Io sono deficiente» ad un bambino che aveva avuto comportamenti omofobi nei confronti di suoi compagni di scuola.

L'insegnante aveva inflitto la punizione al ragazzino perchè, insieme a due coetanei, aveva impedito a un compagno di classe di entrare nel gabinetto dei maschi dicendogli «non ti facciamo passare perchè tu sei una femminuccia, un gay». Il piccolo era scoppiato in lacrime e la professoressa aveva deciso di punire il responsabile. Uno degli autori della bravata aveva chiesto scusa, ma non il presunto bullo. Era così scattata la punizione e l'insegnante aveva imposto all'alunno di darsi del deficiente. «Una lezione di vita» per la professoressa. Un «abuso dei mezzi di correzione» per i giudici.

Stefi ha detto...

Capisco cosa provi perchè ogni giorno anche per me è una lotta. Era così alle elementari, dove quando andavo a parlare con l'insegnante, sembrava che avessimo un bel dialogo e mi rassicurava,salvo poi in classe rivalersi su mio figlio, ed è così alle medie, dove, nonostante sia andata da una psicopedagogista ed abbia consegnato una relazione a tutti i professori con le indicazioni da seguire, puntualmente fanno il contrario..ma io non gliene faccio scappare una. Certo non è bello che sia così, è quasi un supplizio, però siamo noi genitori a dover tirare fuori la grinta necessaria.
Io rispetto il lavoro degli insegnanti e dei professori, ma anche loro stessi devono rispettarlo. Io per riuscire a farmi ascoltare ho dovuto fare la rappresentante di classe, e allora quando apro bocca mi ascoltano per qualche secondo in più... Non è consolante, lo so, ma alla fine la scuola pubblica è di tutti, perciò anche nostra... esigiamo anche di farla funzionare. Chiedi un colloquio o vai durante l'ora che danno per i colloqui ed esigi che ti diano una spiegazione sul perchè ti abbiano detto una cosa e ne abbiano fatta un'altra. Allora potevano semplicemente dirti:" sì capiamo, ma non abbiamo la possibilità diu fare altrimenti e la ragazzina deve portare tutti i compiti"., almeno sarebbero stati chiari.
E' anche vero, che sebbene sia prevista l'attenzione per ogni alunno, nella realtà un programma personalizzato lo fanno (quando lo fanno) solo in caso di DSA certificate o per chi ha il sostegno, perchè in genere, dicono: "come facciamo, sono troppi da sguire". E se fanno qualcosa di diverso con uno (tipo lasciar correre un tot di compiti non fatti", poi protestano gli altri ragazzini (o meglio, i genitori)...
Veramente un bel ginepraio!
Ma tu non demordere, al limite mordi, io sono con te :)
StefiB leggermente agguerrita

Unknown ha detto...

Ciao, condivido in pieno tutto ciò che hai scritto.mia figlia è in quarta ginnasio e non ti dico il delirio:non c'è un attimo di pace, non ha più/non abbiamo più un momento per VIVERE, è tutto in funzione dei compiti e dello studio;ha rinunciato pure a judo, alle sue letture personali, al disegno...persino quando va in bagno si deve portare i compiti e spesso il tempo giornaliero non basta -alle 23 le do uno stop- così le prof rispondono: si certo però se non si esercita non impara...
Ogni giorno mi chiedo se non le chiediamo troppo per avere 14 anni, lavora più ore degli adulti.
Con amarezza...
un abbraccio Glori

Francesca ha detto...

Oggi ho parlato un po' sia con Marta che con mio marito.
Nel paesino dove andremo a vivere c'è la scuola media. Ho visto il sito su internet: è una scuola piccolina, in mezzo al verde... Mi ispira!
Magari non cambierà molto, ma sono sicura che in una realtà più piccola, con classi meno numerose (adesso sono in 26) la vita sarà più facile. Oltretutto adesso sta frequentando la scuola che, a detta di tutti, è la più dura della città... Mi sa che abbiamo fatto la scelta sbagliata!!!
Un bacio e grazie a tutti
Francesca

Francesca ha detto...

A Guerreronegro: altro che "io sono deficiente"... gli avrei fatto scrivere di peggio (e mi avrebbero dato due anni di carcere!!!).
Se quel ragazzo fosse stato mio figlio, avrei dato un premio all'insegnante, invece di denunciarlo (per una punizione poi che non è ne' eccessiva e ne' violenta).
Un abbraccio
Francesca

melanele ha detto...

Ciao, vengo da Sybille e sappi che hai tutta la mia solidarietà.
Guarda se poi tua figlia è pure stata male so che è davvero dura ricuperare.
Il mio consiglio? Imbroglia!
Se ha 5 esercizi di geometria, il primo e il secondo glieli fai fare con tutti i crismi, metodo e calcoli a mano. Gli altri due glieli fai fare solo di ragionamento e i calcoli glieli fai tu con la calcolatrice. L'ultimo, se è proprio cotta, glieli svolgi tutto tu. Ovviamente questo metodo non durerà per sempre ma serve per sbloccare la situazione: meno ansia e meno tempo per fare i compiti. Secondo me a forza di fare così impara il meccanismo, saprà fare quasi tutto da sola e soprattutto l'insegnante rompina avrà tutti i compiti. Con mio figlio, che ha un anno in più della tua e ha dovuto adesso recuperare tutte le lezioni perse ho fatto così e ha funzionato.
Un' ultima cosa: ho visto che è sempre necessario con i prof sforzarsi di fare tutti i compiti, magari si tenta e si dice "su 5 esercizi me ne viene solo uno", "questo non riesco a tradurlo"... etc. E' un trucchetto diplomatico per il quieto vivere.
Nella scuola di tua figlia non fanno corsi di recupero?

Alchemilla ha detto...

Se Marta ti sembra abbastanza serena in questa scelta sarà proprio la scelta giusta!

Sybille ha detto...

Trovo interessante il consiglio di Melanele :) , é un modo per sopravvivere questi ultimi mesi, poi sará estate e se voi traslocate poi tutto cambierá e andrá meglio (anche perché tanto peggio non puó piú andare, direi)! coraggio!

P.S. - Ho letto che Pablo Picasso ammetteva di essere stato un disastro in matematica, a scuola. È riuscito a fare l'esame perché ha copiato i risultati.

Francesca ha detto...

Melanele, accoglierò il tuo consiglio. Farò così.
Visto che è più importante fare tutti i compiti che capirli, accontenterò gli insegnanti. Salverò, come si dice, capra e cavoli. Marta farà con calma gli esercizi che riuscirà a fare, per gli altri ci ragioneremo insieme ma poi i calcoli li farò io!!!
Grazie del consiglio.
Un abbraccio a tutti
Francesca

Daniela ha detto...

Francesca, siccome ti voglio bene e tu lo sai, mi permetto di esprimere un disaccordo: secondo me l'insegnante che ha fatto scrivere a quel bambino cento volte "sono un deficiente" ha sbagliato in maniera imperdonabile. Quel bambino si era comportato da bullo e da maleducato, usando insulti nei confronti del compagno - che senso ha che l'insegnante risponda allo stesso modo, usando un insulto? certo, una punizione dura e immediata era necessaria, per questo bambino che aveva ferito e umiliato il compagno. Ma un'insegnante non puo' MAI, MAI rivolgersi ai propri allievi con termini quali deficiente, stupido, impedito, etc - e' completamente inaccettabile!!!!!!Per non parlare poi scrivere una cosa cento volte - dov'e' l'insegnamento? Semmai la punizione darebbe stata discutere il perche' il suo comportamento era inaccettabile e crudele, e poi scrivere un tema a riguardo, cosa che lo avrebbe costretto a riflettere. Ricordiamoci che un bambino, un giovane, deve essere prima di tutto guidato - che senso ha una punizione senza una guida? Non ottiene nulla e di fisso ripetera' lo stesso errore. Francesca, se si condona l'uso della parola deficiente da parte di un'insegnante, chi decide poi quando e' giusto e quando non e' giusto usarla? Diventa poi la fiera dell'insulto! Pensa, se si rivolgessereo cosi' ai tuoi figli - ovviamente i tuoi bimbi nn avrebbero MAI avuto un comportamento cosi', ma metti che trovano il professore che ha l'insulto facile? No, come insegnante condanno completamente e totalmente non solo il comportamento di quel bimbo, ma anche il comportamento di un'insegnante che reagisce con rabbia e d'istinto invece di usare una tecnica ragionata e soprattutto senza usare insulti! Non so se mi sono spiegata...

Francesca ha detto...

Daniela, hai ragione!
Leggo con attenzione il tuo commento e non ho nulla da eccepire. E' vero, confesso che non avevo riflettuto abbastanza sulla gravità e inutilità di questa punizione.
E che mi era venuta una tale rabbia... Da punire poi sarebbero anche i genitori perchè non credo che un ragazzo di propria iniziativa insulterebbe un compagno se non ha ricevuto in famiglia degli imput!!! Questo lo vedo ogni giorno: genitori xenofobi hanno figli xenofobi, genitori prepotenti figli prepotenti, genitori volgari figli altrettanto volgari. Sono i nostri specchi!!! Poi crescendo si cambia, si impara...
Grazie per avermi fatto riflettere un po' di più su questo episodio. Una punizione era necessaria, ma certo non questa!!!
Un abbraccio
Francesca

Daniela ha detto...

APPUNTO!!L'omofobia e la xenofobia vanno prese molto sul serio, bisogna parlarne, discutere, far capire...altrimenti questi ragazzi non capiranno mai PERCHE' e' sbagliato rivolgersi cosi' a un compagno! E non solo - se l'omofobia o la xenofobia sono presenti a casa, e' necessario prendere la cosa con molta delicatezza, nel caso che i genitori reagiscano con ostilita', altrimenti non si ottiene nulla. Alla fine lo scopo finale dell'insegnante e' estirpare queste idee e sostituirle con principi di rispetto e anche di gentilezza reciproca, e questo deve essere fatto con calma e con cura...anche se non e' facile. Scusa le tirate, ma a queste cose io ci tengo tanto, insegnare era la mia vita!

Anonimo ha detto...

Purtroppo parla di scuola chi non ne ha lunga esperienza dall'interno, come nel caso della stessa professoressa, anzi ormai prossima alla pensione. Difatti in prima sentenza assolta. La docente infatti ha inteso spiegare il senso del termine deficente ovvero da deficere essere in deficit, cioè mancanti,come il giovane che era stato mancante del rispetto del compagno. Sono iniziative certamente estemporanee che tamponano situazioni limite di grave degrado sociale in qui versa la scuola italiana ora con trenta alunni per classe. Incolpare e stigmatizzare la docente è il paradosso del non vedere la situazione scolastica attuale.
Quanti non esperti si affollano a metterci bocca...che imbarazzante protervia. Massimo rispetto per la classe docente.

Francesca ha detto...

Caro Anonimo,
ti assicuro che anche io ho il massimo rispetto per i docenti; mi rendo conto perfettamente che lavorano in condizioni impossibili (troppi alunni per classe, accoglienza di studenti stranieri che hanno gravissimi gap da colmare - primo fra tutti quello della lingua - gestione di episodi di bullismo e violenza...). Mi rendo conto e credo che non farei l'insegnante in questa scuola per nessuna ragione al mondo, pur amando l'idea di insegnare.
Forse, come dice Lunablu, c'era un altro modo per punire l'alunno "deficente", un modo che l'avrebbe fatto riflettere e crescere. Fargli scrivere 100 volte quella frase forse l'ha fatto solo incazzare di più senza fargli capire la gravità del suo gesto. Insegnare è difficile quasi come fare il genitore, solo che di figli ne hai trenta... e si sbaglia sempre.
Grazie per il tuo intervento
Francesca

Elena ha detto...

Ciao Francesca,
mi permetto molto umilmente di consigliarti un libro

Giulia Settimo
Scuola Amica

Come seguire con profitto e senza ansie i propri figli nello studio
Red Edizioni
pag. 105 € 10,20
invece di € 12,00
Questo libro affronta il tema del rapporto di figli e genitori con la scuola, a partire dal primo approccio, quello con la scuola dell'infanzia, per proseguire con la scuola primaria e con la scuola secondaria di primo grado. L'obiettivo e' di aiutare i bambini e i ragazzi a vivere lo studio come un valore e la scuola come un'occasione di crescita, imparando ad affrontare con fiducia e serenita' anche i problemi, se qualcosa non va per il verso giusto, considerandoli sempre un'opportunita' per migliorare.


Spero ti possa aiutare.

Con stima

Francesca ha detto...

Grazie Elena,
accolgo il suggerimento con gratitudine.
Un abbraccio
Francesca