giovedì 6 marzo 2008

Soffro in un'America...


Soffro in un'America, o forse dovrei precisare lo stato, in un Texas chiuso e bigotto. Soffro nell'ascoltare le donne parlare di Dio la domenica come un loro unico protettore, come un essere fatto a posta per loro. Soffro perchè parlano di Dio e poi ammettono di essere razziste. Lavoro in un piccolo ristorante. E' il ristorante che mio zio ha appena aperto. Lavoro qui per farmi un po' di soldi per continuare a viaggiare ed a raccontare. In questo ristorantino, la Domenica, vengono, verso mezzoggiorno, tutti questi signori ben vestiti ed accompagnati dalle loro mogli truccate fino al collo. Si siedono, superiori. Non salutano, non ringraziano. Ordinano, pretendono.
Io, che sono uno che non ama star zitto, mi avvicino puntualmente ai tavoli ed inizio a conversare. Posso perchè mi dipingo come uno dei proprietari. Con un sorriso finto ed una cortesia falsa inizio a far domande. Chiedo cosa ne pensano di questa campagna elettorale, della guerra in Iraq, dei neri e degli Italiani. Scherzo, non chiedo nulla sugli italiani. Loro bevono birra. Dov'è la spiritualità nell'uscire dalla Casa di Dio ed entrare in un ristorante ed ingozzarsi di cibo e birra? Dov'è la spiritualità nell'indossare tutte quelle camicie e cravatte costose e coprirsi di gioielli e profumo per entrare nella Casa di Dio ? Ma giudicare non sta bene.
Dunque, ero alle conversazioni al tavolo... Con petto in fuori, voce alta e tono arrogante tirano fuori, come recitata, tutta la loro fierezza di appartenere (e questo termine mi è nuovo) al mondo libero. Mondo libero? Ma come? Un paese in cui puoi andare in giro con un fucile a pompa alla tenera età di 18 ma non puoi bere una birra in compagnia fino ai 21. Dove devi temere di andare a scuola perchè un qualsiasi squilibrato potrebbe entrare in calasse e sparare a tutti. In cui se dici di essere comunista, anarchico, musulmano, messicano, nero o vegetariano ti guardano male, ti insultano e ti buttano fuori. Una signora una volta mi ha detto di esser stata in India. In India??? Una signora dal Texas è andata in India??? i miei occhi sono diventati così "si sono andata con un gruppo di missionari a portare la parola di Dio" allora i miei occhi sono diventati così . Ha iniziato a parlarmi di come gli unici indiani buoni siano quelli convertiti, quelli che "hanno trovato il Signore". Un'altra signora mi spiegava come il Nostro Dio sia migliore del Loro, riferendosi ai musulmani. Insomma, le storie sono tante, il punto uno: queste sono persone ben educate, ricchisssime e che fanno la differenza in questo paese. Ma non è di religione che volevo parlare.Soffro in un Texas che non è aperto al mondo, in un Texas che crede che il Texas sia il mondo e che tutto ciò che non sia Texas sia inferiore. L'America non si guarda allo specchio. E' brutta e si crede bella. E' arrogante e cafona. In questo mio delirio di cinque minuti ho cercato di esprimere parole diverse da quelle già espresse da Terzani. Lessi quei paragrafi di giro di giostra molto attentamente perchè mi riguardavano, riguardavano il paese da cui, per metà, provengo. Ho condiviso ogni parola, ogni singola parola. Ora che, dopo 8 anni, ci sono ricapitato mi viene da ribadire il tutto.


Vi ho postato un articolo tratto dal Forum del tizianoterzani.com. Il pezzo è di GIANRIGO MARLETTA, un ragazzo eccezionale che ogni volta posta articoli meravigliosi. Questo pezzo mi ha particolarmente colpito e voglio farvene partecipi.

Vi segnalo anche un paio di suoi siti interessantissimi... visitateli... ne vale la pena!!!



ciao Gianrigo!!! ...e grazie!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Eh purtroppo di questi racconti ne potrei fare anche io, sentiti qui in Italia. Ho lavorato per diversi anni in un negozio, vicinissimo all'uscita di una grossa chiesa. Ne ho sentite proprio di tutti i colori! :((

Andrea ha detto...

Grazie tanto per la storia e dei links Francesca.

Un saluto d'oltreoceano