lunedì 13 settembre 2010

Stupitevi. Stupiteli.

Alchemilla (http://www.lacasadialchemilla.com) propone questo articolo tratto da un importante quotidiano uscito ieri...
Ve lo ripropongo perchè trovo questo pezzo meraviglioso ed esaltante. Quando leggo queste cose desidererei ardentemente fare l'insegnante, al di la delle difficoltà, al di la dello stipendio, al di la dei mille bastoni tra le ruote e dei lacci che stritolano...


Cari colleghi professori,
mancano 24 ore alla prima campana. I vostri alunni sono trepidanti, perché il primo giorno di scuola attraversa il cuore di un ragazzo come uno stormo di promesse. Sperano che quel primo giorno sia un giorno nuovo, sintomo di un anno nuovo, una vita nuova, direbbe Dante. Rendete quel giorno la loro Beatrice.
Non li deludete. Date loro un giorno indimenticabile. Non chiedete delle loro vacanze, non raccontate le vostre. Fate lezione: con un amore con cui non l’avete mai fatta. Preparate oggi quella lezione. È domenica e avete ancora qualche ora. Stupiteli con un argomento che desti la loro meraviglia. Uccideteli di meraviglia! È dallo stupore che inizia la conoscenza, diceva Aristotele e nulla è cambiato. Annichilite i grandifratelli, gli uominiedonne. Superateli in share con le vostre lezioni. Rinnovate in voi lo stupore. Spiegate loro l’infinito di Leopardi anche se non è nel programma, fateglielo toccare questo infinito di là dalla siepe dei banchi. Raccontate loro la vita e la morte di una stella. Descrivete loro la sezione aurea dei petali di una rosa e il segreto per cui la si regala al proprio amore. Stupitevi. Stupiteli. Fatevi brillare gli occhi, fate vedere loro che sapete perchè insegnate quella materia, che siete fieri di aver speso una vita intera a imparare quelle cose, perchè quelle cose contengono il mondo intero.
Stupiteli con la vita, quella che c’è dentro secoli di scoperte, conoscenze, fatti, libri. Fategliela toccare questa vita. Non torneranno più indietro. Sapranno di avere davanti un professore. Parola meravigliosa che vuol dire “professare”, quasi come una fede, la vostra materia. Se professate questa fede toccheranno attraverso di voi le cose di cui hanno fame: verità, bene, bellezza. Le uniche cose per cui viviamo, che lo vogliamo o no. Tutti vogliamo un piatto buono, un amico sincero, una bella vacanza. È scritto nel dna che vogliamo quelle tre cose, anche se costano fatica. Diamogliele.
Immaginate domani di entrare in classe. Durante la vostra lezione il mondo viene devastato da un’apocalisse. Per una serie di fortunate (!) congiunture siete rimasti vivi solo voi, con la vostra classe. Adesso dipende tutto da voi. Rimboccatevi le maniche, prendetevi cura di quei 20-30 come fosse il mondo intero. Che mondo sarà quello di domani? Dipende da te caro collega. Non ti lamentare dei politici, delle strutture, del riscaldamento, dell’orario, adesso ci sei solo tu e loro. Non ci sono ministri, riforme, strutture. C’è la scuola nella sua essenza. Tu e loro e quel che ci sta in mezzo: le parole. Gli animali si addestrano, gli uomini si educano: con le parole. Non c’è lo stipendio, perchè non c’è lo Stato e non c’è il privato: sono loro il tuo stipendio. Ti è rimasto solo un libro: quello della tua materia. Da lì devi partire per costruire il mondo intero. Quello è il punto di appoggio con cui sollevarlo, il mondo intero.
Se loro vedranno in te il fuoco ti ripagheranno con uno stipendio che nessun altro mestiere dà: saranno degli innamorati del bene, della verità, della bellezza (cioè della vita). Non saranno dei furbi, ma degli innamorati. Forse ti manderanno ugualmente all’inferno come Dante ha fatto – anche se per altri motivi – col suo maestro Brunetto, ma sapranno riconoscerti (come Dante) di avere insegnato loro “come l’uom s’etterna”: come l’uomo si è reso immortale nella storia e come l’uomo si rende immortale al presente.
Caro collega hai 24 ore. A te la scelta: un nuovo giorno, il primo, di una vita nuova.
Stupisciti. Stupiscili.

Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione - 12 settembre 2010

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Quanto vorrei che questo si sia realizzato...

Anonimo ha detto...

Quanto vorrei che questo si sia realizzato...

Alchemilla ha detto...

Ciao, scusa se rompo ma il mio link è sbagliato...E' www.lacasadialchemilla.com

Ciao!

Daniela B. ha detto...

Commovente, bellissimo.Ecco eprchè vorrei tanto poter fare l'insegnante..ma non posso..allora mi arrangio con le ripetizioni e cerco di trasmettere la stessa passione in quelle poche ore di compiti!

Emilia ha detto...

Davvero quello che dovrebbe accadere.
Amo molto questo lavoro che è il mio, ho ricevuto più che dato, ma purtroppo alla scuola credono in pochi, tanto meno che ci governa.
Grazie
Giulia

Cangala ha detto...

Bellissima!

Francesca ha detto...

Scusa Alchemilla, non so come ho potuto sbagliare. Perdonata???
Comunque ho già corretto il link!!!

Fare l'insegnante è una missione, non un mestiere; esattamente come il prete e il medico!!! Bisogna avere fede nella propria missione e non arrendersi mai davanti alle difficoltà!!!
Speriamo che i nostri figli possano incontrare insegnanti appassionati e fantasiosi, che abbiamo il coraggio di rompere gli schemi e andare oltre!!!

Un bacio
Francesca

Alchemilla ha detto...

Sono stata un po' brusca???
Pardon, ero di fretta.
Infatti avrei anche voluto aggiungere che questa lettera mi mette i brividi...
Io, nella mia carriera scolastica, sono sempre stata MOLTO fortunata.

Francesca ha detto...

Tranquilla Alchemilla... non sei stata affatto brusca.
Invece io sono rimbambita, questo si!!!

Stavo pensando una cosa: non sempre sarà possibile farlo, ma se questo stupore arrivasse da noi genitori?
Ricordo per esempio, una bellissima lezione di geografia fatta a Marta l'anno scorso, sulle carte geografiche. Ho aperto sul pavimento tutte le cartine che avevo in casa ed è stato bellissimo. Carte topografiche, carte tematiche, carte fisiche, carte politiche... tutte aperte e noi ci camminavamo sopra (scalze) osservando le differenze e la diversa definizione dei particolari.
L'ho stupita!!! E quella, vi assicuro, è una lezione che non dimenticherà mai!!!
Francesca

Alchemilla ha detto...

Ci sto.

Oggi con mia figlia abbiamo ripassato le tabelline giocando a pallavolo: ogni passaggio un conto!
Mi sono stancata prima io di lei...

tiziana ha detto...

Il 9 settembre su Repubblica Marco Lodoli invece scriveva:" 30 anni fa cominciai la mia carriera di professore di un istituto tecnico della periferia di Roma. Avevo 23 anni, leggevo dalla mattina alla sera, ero convinto che la bellezza, la poesia, la ricerca di senso riguardassero tutti gli adolescenti del mondo: che serve avere 16 anni se non si guarda in alto? Ora tutto è cambiato. Ogni generazione ha la sua scialuppa di salvataggio. Il marketing ha diviso la società in target. Ai ragazzi parlo di letteratura ma ormai è una lingua perduta come l'aramaico. I miei studenti di periferia ascoltano i neomelodici napoletani o i rapper autoprodotti di Tor Bella Monaca, odiano il cinema perchè bisogna stare due ore zitti al buio, non fanno sport, chattano, passano il sabato al centro commerciale... 30 anni di disprezzo per la cultura, (roba da poveracci, da infelici) hanno portato a questo: a un Paese povero e infelice. Ma io non mollo, continuo ad indicare ai miei studenti un punto più in alto dove l'aria è migliore, dove si vede meglio il mondo".
Finalmente ci sono insegnanti cui interessa il futuro dei nostri figli, coltivare le loro menti è più importante del raccolto ottenuto. Quando avevo 15-16 anni io ricordo professori che passavano il tempo a spiegarti come avevano vissuto il '68: pregevole quando la spiegazione non durava 9 mesi. Alcuni invece mi hanno trasmesso la passione per la loro materia perchè erano loro per primi portatori di conoscenza ed entusiasmo.
Spero che mia figlia ed i suoi compagni di scuola incontrino insegnanti simili. Le nuove generazioni hanno bisogno di risvegliarsi da un lungo stato comatoso ed allontanare coloro che preferirebbero essere circondati da menti spente e prive di stimoli per crescere e svilupparsi.
Il proprietario di un treno non mette mai alla guida del locomotore il macchinista più esperto ed intelligente per paura che scappi con il treno o gli chieda di rinnovarlo quando è vecchio e danneggiato. La scuola italiana è un vecchio treno sgangherato come certi edifici pericolanti ed i nostri figli hanno bisogno di scuole sicure senza tetti che crollano e di insegnanti motivati non dal precariato ma dalla missione che esercitano quotidianamente. Hanno tagliato i fondi per la ricerca universitaria e per le scuole pubbliche. Non ci sono strade percorribili per un paese che non investe sul futuro. Speriamo che la volontà dei singoli non sia castrata dall'indifferenza e dalla malafede.

simplymamma ha detto...

che meraviglioso articolo. io sono insegnante di quella meravigliosa materia che è la musica...non ho ancora un posto o uno stipendio ma quando insegno credimi c'è davvero quella passione dentro di me.