mercoledì 9 luglio 2008

Uccelli in gabbia



Ho trovato questa frase per caso gironzolando nel web e, non so perchè, ho deciso di postarla... No, lo so perchè!!!
Io mi sento come un uccello in gabbia che canta la libertà, la canta soltanto!!!
Ho la memoria di voli liberi, di cieli infiniti, di sensazioni di vuoto... e adesso mi accontento di quei ricordi!!! La mia anima è ingabbiata, non riesce a spaziare, si accontenta di quel pezzettino di cielo che vede dal suo giardinetto, chiuso tra i palazzi della via!!!
Ma io so, lo sento, che un giorno la mia anima tornerà a volare libera!!!
Un abbraccio
Francesca

7 commenti:

nonnatuttua ha detto...

La liberazione di Ingrid Betancourt mi ha portato a tante riflessioni. Una di queste è proprio sulla libertà e il canto dell'uccello in gabbia di cui parli.
Se riusciamo a sentirci liberi anche quando siamo nella gabbia, allora e solo allora saremo liberi all'apertura della porta.... altrimenti la libertà resterà un sogno irrealizzato....
Un abbraccio
Fausta

Unknown ha detto...

Concordo con la Nonna in più aggiungo che nel tuo caso lo "spazio" di cui ha bisogno la tua anima potrebbe venire "anche" dalla realizzazione del tuo sogno...te lo auguro con tutto il cuore!
Amiche per sempre!

Francesca ha detto...

Certamente io parlo di libertà dello spirito... Come dice Amleto, potrei vivere dentro un guscio di noce e sentirmi re di uno spazio infinito.....
Ma la vita che ora conduco, che non mi somiglia affatto, mi impedisce anche qui voli pindarici delanima che mi farebbero sentire libera.
Certamente la realizzazione del mio sogno, che comporterebbe anche un drastico cambiamento di vita, mi aiuterebbe a creare un' esistenza più somigliante al mio spirito e mi faciliterebbe i voli!!!
Un abbraccio a Fausta e a Claudia
Francesca

Francesco ha detto...

Non siamo nella stessa gabbia perchè non ti vedo

Lucy ha detto...

Fa riflettere quella frase...io ho sempre sofferto perchè fin da piccola sono stata uno spirito libero...la mia anima...è sempre stata libera...diversa da tutte le costrizioni...ci hanno provato a comprimerla ma non ci sono riusciti. Nessuno ci riuscirà...anche la mia parte razionale ci ha provato a remare contro la mia libertà interiore ma la nostra vera natura poi predomina sempre. Infatti il corpo ha risentito e risente di questa dissonanza tra anima ed azioni. Ma piano piano anche quelle si aggiustano. Se nasci libera sei diversa e fai paura a te stessa ed agli altri...e poi la libertà comporta di mettersi in gioco, di lavorare su se stessi a carne viva dopo che hai rimosso pelle e tendini e fa male ma è necessario per rinascere e liberarsi veramente.

Andrea ha detto...

L'importante è che l'uccellino in gabbia canti sempre e che quel canto rappresenti un'impegno per raggiungere ciò che più desideri.

Un Abbraccio

Andrea

isalfmo ha detto...

Ossignùr...basta andare via qualche giorno ed ecco che ci sono grandissimi cambiamenti in corso!
Ti capisco, Francesca, è successo anche a me, specialmente tra i 35 ed i 40 anni, di provare le stesse sensazioni. Una persona a me carissima - che fisicamente non mi è più accanto - mi ha aiutato ad aprire lo sportellino che mi separava dal mondo e... eccomi qui! Adesso canto molto, volo spesso e, soprattutto, presto attenzione al canto degli altri.
Un abbraccio,
F