giovedì 8 maggio 2008

Foresta millenaria...


...e la foresta mantenne le sue millenarie promesse. Bastò incamminarsi. A ogni passo si animava di più, diventava più misteriosa, più sacra. Gli alberi parevano le navate di una immensa cattedrale, il sole filtrava obliquo tra le fronde come attraverso magiche vetrate. Presto attorno a noi non c'era più niente che ci ricordasse il nostro tempo. La sola traccia umana era il sentiero che ora saliva, ora precipitava in una forra oscura per poi salire di nuovo, sempre più su, sempre più in alto.
Gli alberi erano antichi: i lecci, barbuti di muschio e licheni che pendevano dai rami contorti; i rododendri giganti dalla corteccia di infinite sfumature di grigio, rosa e violetto; ogni pianta aveva la sua personalità, la sua storia, cicatrici di fulmini e incendi impresse nei tronchi secolari.
Quella sulle pendici dell'Himalaya era la foresta di tutte le leggende. Ogni erba poteva essere una medicina, ogni anfratto il rifugio di un sant'uomo, ogni buca la tana di un orso o di un leopardo. Non siamo più abituati a tanta naturale maestà e lo stupore, assieme a una leggera inquietudine, ci tolse la parola. Camminammo in religioso silenzio, attenti al frusciare delle foglie, allo scalpicciare lontano di un animale, al grido di un uccello.
La foresta bisbigliava di mille vite e tutte insieme di una sola.

(Un altro giro di giostra - Tiziano Terzani)

1 commento:

nonnatuttua ha detto...

Magico!!!!!
Sia che parli della natura, sia che parli di guerra, la sua prosa è piena di calore e di verità.... qui anche di poesia!